Sul turismo soffia un vento di crescita e ottimismo che lascia ben sperare. La conferma statistica arriva dall’indice di fiducia del viaggiatore italiano, elaborato da Confturismo-Confcommercio in collaborazione con l’Istituto Piepoli, che registra, nell’ultima rilevazione di agosto, un valore pari a 69 punti, vicino al massimo. Sono quattro i mesi consecutivi in cui la fiducia rimane su livelli molto elevati e questo presuppone un prossimo periodo ancora positivo dal punto di vista turistico: dopo un’estate molto incoraggiante per l’Italia, il flusso turistico crescerà anche per la prossima stagione invernale (così prevede il 42% degli intervistati) e tre quarti degli italiani farà una vacanza di 3 notti e più nei prossimi tre mesi.
“E’ una rilevazione che conferma il sentiment che avvertiamo anche sul nostro territorio – spiega il presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati – La spinta arriva certamente dalla ripresa economica in atto nel Paese che, seppur non così consistente come sarebbe lecito auspicare, ha portato a innalzare le previsioni di crescita del Pil nel 2017 a +1,3%. E’ fondamentale riuscire a cogliere le opportunità anche come territorio. Confcommercio Lecco ha da tempo scommesso sul turismo quale terreno di sviluppo e crescita economica, imprenditoriale ed occupazionale, offrendo proposte concrete e presentando progetti di ampio respiro su cui stiamo lavorando con solerzia e impegno“.
L’indagine di Confturismo-Istituto Piepoli conferma il saldo positivo dall’inizio dell’anno tra ottimisti e pessimisti per quanto riguarda la fiducia degli italiani nei confronti della situazione economica nel lungo periodo. La forte crescita nel settore turistico è trainata dalle destinazioni nazionali. Se il mare rimane in cima alle preferenze, al tempo stesso la visita di musei, monumenti o mostre rimane la prima motivazione di viaggio per quasi 5 italiani su dieci, ed in particolare la scoperta dei beni culturali è dichiarata al primo posto sia per chi viaggerà per riposarsi sia da chi lo farà per divertirsi. La Lombardia si piazza al terzo posto tra le Regioni preferite dai turisti che resteranno in Italia nel prossimo trimestre.
Importante la tendenza a destagionalizzare le vacanze, o meglio, a considerare settembre e anche ottobre come mesi candidabili per una vacanza lunga o anche solo per un ulteriore piccolo viaggio dopo la vacanza principale: soprattutto la propensione a viaggiare nei mesi tra settembre e novembre sale ancora di quasi un punto percentuale rispetto a quella registrata nello stesso periodo dell’anno precedente. “La ripresa economica e la destagionalizzazione sono fattori chiave per la crescita del nostro turismo anche in prospettiva – aggiunge il presidente di Federalberghi Lecco e vicepresidente vicario di Confcommercio Lecco, Severino Beri – La leggera risalita dei consumi e la voglia degli stranieri di venire in Italia, anche sul lago di Como, è sotto gli occhi di tutti. Primavera ed estate sono andate molto bene come numeri e riscontro. Ma è importante puntare su un allungamento della stagione turistica tradizionale: anche nel nostro territorio si vedono già segnali incoraggianti e Varenna fa un po’ da capofila in quest’ottica. Questo lascia ben sperare. Il territorio lecchese sa su quale turismo deve puntare: certo occorre lavorare per fare ancora di più e meglio sia sul fronte dell’ospitalità che dell’accoglienza. Così come può fare bene al nostro turismo il fatto che gli intervistati propendano per ripetere più volte l’esperienza di viaggio, anche se con vacanze leggermente più brevi che sono più “tipiche” del nostro territorio”.
Tra i dati interessanti diffusi dall’Osservatorio anche quelli sull’età dei turisti. Sono i giovani fino a 34 anni e coloro che si trovano in piena età lavorativa (fino a 54 anni) quelli che dimostrano maggiore propensione al viaggio nei prossimi mesi, con valori dell’indice che segnano rispettivamente 81 e 75 punti, ben al di sopra della media generale. I soggetti di età compresa tra 55 e 74 anni, principalmente occupati che si avvicinano all’età del pensionamento o pensionati, fanno registrare un valore di soli 52 punti, 17 punti in meno della media nazionale. Paradossalmente quindi è proprio la fascia dei “pensionandi” e soprattutto dei pensionati, quelli che avrebbero al contrario più tempo libero per viaggiare, a manifestare maggiori incertezze, complice probabilmente il timore di non potere contare per il futuro su un reddito adeguato o di vedere ulteriormente posticipato il termine del loro ritiro dal lavoro.