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Green pass, le nuove richieste di Fipe


In tema green pass, tanto più in considerazione del miglioramento progressivo del quadro sanitario, bar e ristoranti chiedono semplificazione, rimuovendo l’onere a loro carico dei controlli dei certificati.

Mentre diversi Paesi in Europa si avviano verso il superamento del green pass, proiettandosi verso una nuova normalità, i Pubblici Esercizi italiani chiedono quantomeno un passaggio di maturità del Paese, con l’introduzione del principio dell’autoresponsabilità nell’utilizzo della certificazione verde. Ovvero, di fronte ad un controllo delle forze dell’ordine, solo l’avventore dovrebbe rispondere del possesso dei titoli per poter accedere e soggiornare nei locali.

Proprio il settore dei Pubblici Esercizi in questi due lunghi anni di crisi ha sopportato numerosissime e altalenanti misure restrittive dell’attività e ha responsabilmente sostenuto l’introduzione del green pass presso le proprie imprese, favorendo in tal senso la promozione della campagna vaccinale. Questa attività di controllo si è tradotta per le attività del settore in una serie corposa di oneri aggiuntivi in un quadro di crescente complessità: oltre 65 provvedimenti nazionali sono stati adottati da giugno ad oggi in merito alla regolamentazione dei flussi degli stranieri, alla durata dei vaccini, alla gestione dei guariti, alla validità delle dosi booster e varie eccezioni.

Oggi questa complessità è ridondante: mentre rimangono e crescono i costi per le imprese, l’azione di moral suasion che i controlli potevano sortire all’interno dei PE ha raggiunto la sua massima efficacia nelle passate settimane.

Da qui la decisione del Presidente di Fipe-ConfcommercioLino Enrico Stoppani, di invocare un cambio di rotta al Governo sul tema green pass, attraverso una lettera inviata ai ministri della Salute e dello Sviluppo economico, Roberto Speranza e Giancarlo Giorgetti.

“Ben lontani dal non voler contribuire alla soluzione dell’emergenza, anzi, assumendoci le nostre responsabilità anche oltre le nostre forze siamo però anche convinti che il nostro settore abbia già dato davvero molto. In uno Stato democratico, è infatti fondamentale salvaguardare l’equilibrio tra utilità sociale delle misure di legge e le complicazioni che creano ai singoli cittadini e agli imprenditori.  È importante e costruttivo adattare le regole al miglioramento della situazione e, allo stesso tempo, lanciare segnali forti per far progredire il Paese oltre un perenne stato di eccezione, verso una dimensione di normalità. E, nella normalità, gli imprenditori non fanno i controllori”.

(dal sito nazionale di Fipe)


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